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venerdì 16 marzo 2012

Oh ma io scherzo!

Genteee! Finalmente ho ricevuto un supercommentone al mio blog, da parte di una persona che mi critica e si sente offesa per quello che dico sulla Finlandia e i finlandesi. Aspettavo tanto questo momento :)
Risponderò qui e farò alcune precisazioni, nel caso in cui ci fossero altre persone che la pensano come lei!

1) Ovviamente chiamo SCHERZOSAMENTE i finlandesi "Indigeni". E' un modo scherzoso/affettuoso con cui mi riferisco ad una popolazione con una cultura diversa da quella italiana. E' un termine che mi ricorda un po' il film "Avatar"! Non penso sia poco carino o di cattivo gusto, o almeno io non lo intendo così! Dai, pensavo si intuisse che è scherzoso!

2) Frequento, ho conoscenti (non mi piace chiamare "amici" i "conoscenti") e colleghi di lavoro finlandesi. Tendo ad osservare molto. Quello che scrivo è basato sulle mie esperienze in Finlandia, non su luoghi comuni (se poi le mie esperienze mi ricordano i luoghi comuni, beh non è colpa mia). Ovviamente ognuno ha esperienze diverse e queste sono le MIE esperienze. Io abito qui a Helsinki da quasi un anno e mezzo, non so la lingua (e saperla conta molto per l'integrazione), non ho il ragazzo finlandese e non ho sperimentato come si sta in una famiglia finlandese (a differenza della persona che mi ha espresso il suo disappunto). Le nostre situazioni sono ben diverse.

3) La Finlandia mi piace un sacco. Non è assolutamente vero che la odio e che odio i finlandesi (e non penso che il mio blog sia così anti-finlandese). Io sono molto attaccata alla mia famiglia (che ho in Italia) e sto mandando letteralmente a puttane (scusate il termine ma ci voleva) anche la situazione con  il mio ragazzo (che ho lasciato in Italia). Credetemi che NON starei qui se non mi piacesse e se la odiassi. Ci sto bene, ma semplicemente non penso che sia il paese delle meraviglie. Perchè devo scrivere che è il paese delle meraviglie se i fatti che mi sono accaduti finora non me lo fanno pensare?
Nel blog ho anche parlato tanto bene comunque. Chissà come mai le cose negative passano sempre subito all'occhio mentre quelle positive no...
Comunque io ho avuto dei brutti momenti appena sono arrivata qui, non è statto facile per me (e ripeto che per alcune persone può essere più facile o anche più difficile, dipende dalle diverse situazioni). Ho voluto condividere le brutte esperienze perchè la gente pensa sempre che la vita fuori dall'Italia sia tutta rose e fiori. Beh per me non è stato così, ho avuto le mie difficoltà (tante) e le ho volute raccontare. La mia intenzione non è certo quella di gettare fango sulla Finlandia (altrimenti, ripeto, veramente NON starei qui). Racconto solo quello che mi succede e cosa penso al riguardo.

4) Dell'uomo finlandese io non so niente. Se mi viene detto che l'uomo finlandese cucina, lava, stira e pulisce casa, beh.. io non posso confermarlo perchè NON HO l'uomo finlandese! E se io non sperimento una cosa in prima persona, è molto difficile che ci creda (sono una scienziata oh che volete???). E comunque so anche di italiani che cucinano, lavano, puliscono casa e bla bla bla... Questo non è per dire che italiano è bene e finlandese è male o viceversa. Non diffondo verità false, sono solo cose che mi sono capitate. Forse sono stata un po' sfortunata, ma sicuramente non è colpa mia.


5) Mi dispiace per tutti quelli che si sentono offesi, ma io continuerò a chiamare i finlandesi "Indigeni", continuerò a raccontare e commentare quello che mi succede e a fare paragoni con l'Italia. Se sono esperienze negative, ne parlo male eccome (come ho parlato spesso male anche dell'Italia). Così come ne parlo bene se le esperienze sono positive (e mi pare di averne raccontate anche tante di positive!). Quello che dico non sono menzogne perchè non ho mai inventato assolutamente niente. 

Oh, se non volete leggere quello che scrivo, non leggete!!!


Saluti!

Simona


martedì 13 marzo 2012

Minusta on kiva asua Suomessa!

Quanto inglese avete imparato dalle canzoni? 
Per me è venuto il momento di ascoltare canzoni finlandesi, leggere il testo, cercare di capirlo e impararlo a memoria canticchiando, così che le parole nuove imparate mi restino bene in mente. 
Quando si parlava di studiare qualcosa, mia nonna diceva sempre, in napoletano: " 'mparatell cantann", cioè "Imparalo cantando". In effetti, si ricordano tante cose se si canticchiano :)
Finora ho raggiunto l'obiettivo di imparare almeno una canzone in finlandese, dall'inizio alla fine. E' stato un po' difficile, il testo è lungo e complesso, ma la canzone è molto bellina ed è diventata subito la mia preferita *_* :




mmmmmm.... ....... tornando seria (il che è difficile in questo periodo)....

Mutta mutta... oggi vi parlo di qualcosa di importante nella cultura finlandese: la/il Sisu! Non so che articolo ci voglia in italiano ma vabbè... per me è una donna, quindi dirò "LA" Sisu.
Pare che gli Indigeni siano guidati da questa grandissima forza di volontà, determinazione e perseveranza, che li aiuta a superare le avversità e portare una cosa a termine senza considerare troppo il prezzo da pagare. E' quella determinazione che permette di raggiungere il proprio obiettivo, nonostante gli ostacoli. E' "lo spirito finlandese", coraggio, ferocia e tenacia, capacità di continuare a lottare quando la maggior parte della gente si sarebbe già ritirata. Lottare con la volontà di vincere. 

Ho letto che un esempio famoso della Sisu finlandese si ebbe durante la guerra d'inverno del 1939-1940, quando l’Unione Sovietica, con un esercito di più di 400.000 uomini tentò di invadere la Finlandia. Il paese nordico, schierò tutte le sue forze, circa 100.000 uomini, per resistere all’attacco russo. L’esercito finlandese fece ricorso a tutta la sua determinazione e forza di volontà, resistendo per più di 4 mesi ai violenti attacchi dell’Armata Rossa. Il conflitto si concluse con concessioni economiche e territoriali minime da parti dei finlandesi.


"Se avrai abbastanza Sisu, forse non vincerai sempre, ma sicuramente non perderai mai". 



In quasi un anno e mezzo qui in Finlandia, ho notato taaaanta Sisu, soprattutto nelle persone anziane. Non so se questo sia davvero un esempio di Sisu, comunque quello che ho spesso visto, è che qui le persone anziane cercano a tutti i costi di cavarsela con le proprie forze, anche con mooolta ma mooolta fatica. Tante persone molto anziane, in giro in inverno quando fa molto freddo, che camminano a fatica lentamente sul ghiaccio, che cercano di salire sui mezzi pubblici, sforzandosi di restare anche in piedi se non trovano posti liberi per sedersi. E' vero che gli Indigeni non chiedono mai aiuto, cercano sempre di arrangiarsi e cavarsela da soli. Ed è anche vero che spesso gli Indigeni non offrono neanche il proprio aiuto, se non viene a loro esplicitamente chiesto. 


Situazione 1: Donna anziana sull'autobus, in piedi perchè non c'era nessun posto libero. La donna era molto in difficoltà, ma nessuno si alzava per cederle il posto. La donna era così sorpresa e contenta quando le ho detto di sedersi al mio posto che ha continuato a ringraziarmi per tutto il viaggio, mettendomi anche in imbarazzo perchè non sapevo cosa dire!! Qui sono abituati così... tutti sono indipendenti, da giovani e da vecchi.

Situazione 2: In uno dei miei primi giorni di lavoro (l'anno scorso quando ero appena arrivata), mi capitò di dover sollevare degli scatoloni a momenti più grandi di me. Ero moooolto in difficoltà e nessuno si offrì di aiutarmi, pur vedendomi che da sola avevo poca probabilità di riuscirci. Mi arrabbiai e ci rimasi male perchè nessuno mi aveva considerata, mentre se fossi stata in Italia, si sarebbero fatti in 4 per aiutarmi. A distanza di tempo ho capito che gli Indigeni sono così: o chiedi aiuto, oppure significa che che te la puoi cavare da solo.

Situazione 3: Una ragazza in laboratorio si trovava nella mia stessa situazione di prima, a sollevare degli scatoloni più grandi di lei. Era notevolmente in difficoltà e nessuno l'aiutava, quindi l'ho aiutata io. Ogni volta che aiuto spontaneamente qualcuno, mi guardano come se fossi un'aliena e ringraziano ringraziano ringraziano ringraziano... Ora ho imparato il trucco, offrire aiuto! E tutti mi amano :) 

Sembra che gli Indigeni non abbiano idea dell'aiuto offerto spontaneamente. Loro avranno pure la Sisu, ma secondo il mio pensiero e la mia cultura, un semplicissimo aiuto offerto da un'altra persona, senza volere niente in cambio, ha tutto un altro valore. E a notare il loro stupore e contentezza, forse in fondo in fondo lo pensano anche loro. Ma sono così testardi, inflessibili, rigidi, lineari e logici, che non lo ammetteranno mai.

Quante differenze che ci sono, quante differenze!!!


Saluti da...........



Simona


giovedì 8 marzo 2012

Le storie a distanza

Cari lettori,

oggi vi parlo di un argomento che non ha molto a che fare con la Finlandia, con gli indigeni e le loro tradizioni, ma riguarda comunque la mia esperienza in questo freddo paese.

Quando sono partita per Helsinki, ho fatto il grandissimo errore di lasciare il ragazzo in Italia.
"Mi raggiungerà dopo..."
Già immaginavo entrambi in Finlandia, con un buon lavoro, una bella casetta e una bella vita. Tanti sogni, ben poche speranze di realizzarli.

Le storie a distanza non funzionano, la distanza uccide tutto. La cosa brutta è che, quando ero più giovane, avevo già avuto esperienze simili. Si trattava di poche ore di treno ed era già un problema. Siccome l'esperienza insegna (o almeno dovrebbe), mi ero imposta di non vivere più storie del genere.
2500 km di distanza non erano certo stati programmati. Mi sono spesso incolpata per essere venuta qui, ma poi penso che se fossi rimasta in Italia (sicuramente costretta a rinunciare alla carriera di ricercatore), le cose sarebbero potute andare male lo stesso. E allora sì che mi sarei arrabbiata...

Bisogna scegliere. Tutte le scelte hanno lato positivi e negativi. La scelta perfetta non esiste. Scegli una cosa, devi rinunciare a qualcos'altro. Esistono casi in cui uno dei due della coppia va via per qualche anno, poi ritorna nel paese di origine e si sposano. Non oso pensare a quanti problemi e quante crisi durante gli anni di distanza. Anzi, in realtà posso anche pensarci perchè li ho vissuti anche io.


Dunque, se provate a scrivere su google "Storie a distanza", vengono fuori un sacco di esperienze, forum, consigli. Beh vi dico la verità... sono tutte cagate!!! Sono solo tante belle parole. Gli unici commenti con cui concordo sono di questo tipo:


"Non durerà e dopo starai malissimo, purtroppo è così... se poi aggiungi la gelosia.....figurati! Non si vive più, vivi facendo passare i giorni aspettando solo il giorno in cui finalmente vi rivredete". 
E' praticamente quello che ho fatto per un anno e mezzo.


"Se sono triste e ho voglia di un bacio non sono capace ad accontentarmi di una webcam o a dover fare 2 ore di macchina…"
Nel mio caso, altro che 2 ore di macchina...


"Non è così facile come lo dipingete..finite le cartoline virtuali, i messaggini, le chiaccherate in cam…quello che resta è sempre quella mancanza enorme di lui…"


"Un consiglio ce l’ho io, lasciarsi! nel 99% dei casi è la miglior soluzione per entrambi!"


"Credo che la relazione a distanza sia da considerarsi come una fase momentanea più o meno lunga e sicuramente non definitiva, non può restare "a distanza" all'infinito, se la storia deve andare avanti prima o poi deve esserci un avvicinamento".


Il problema principale è: ci sarà mai un avvicinamento? Io davvero non so se dopo il dottorato tornerò in Italia. L'ultima volta che sono tornata a casa ho avuto uno shock culturale al contrario. Passata l'euforia iniziale, mi stavo quasi deprimendo. Se non ci fosse stata la famiglia, avrei davvero pensato di anticipare il volo di ritorno a Helsinki.

Ho avuto tanti problemi appena sono arrivata qui, ma da qualche mese sembrano essere passati definitivamente. Il rapporto con gli indigeni è ancora di amore-odio, ma da quando ho iniziato a studiare la loro impossibile lingua, le cose sono migliorate di molto. E sono sempre stata del parere che bisogna sempre migliorarsi, non retrocedere. Se tornassi in Italia, mi sembrerebbe di regredire.



Siamo realisti... può funzionare una relazione vedendosi 2-3 volte l'anno? Mi sento egoista, ho deciso io di venire qui e mi sembra ingiusto che anche lui debba sacrificare la sua vita cercando di mantenere questo rapporto. E' come se ci fosse un filo, che inevitabilmente diventa sempre più sottile e noi tentiamo con tutte le nostre forze di rinforzarlo. Inutilmente, perchè tenderà sempre ad assottigliarsi.

Tutti questi discorsi per darvi un consiglio che mi viene veramente, ma veramente dal cuore: se avete intenzione di partire, partite subito in due. Altrimenti è meglio se non partite.



Saluti da Helsinki.

Simona

martedì 6 marzo 2012

Pakata pakata pakata

E' il momento di fare i bagagli... TORNO IN ITALIA, DEFINITIVAMENTE!!! Mi sono stancata di stare qui, non ce la faccio più, non riesco a stare lontana dalla mia famiglia... è stata una decisione dura da prendere (e magari forse me ne pentirò), ma ora mi sento di agire così, per il mio bene...


Ci siete cascati? E' il momento di fare i bagagli sì, ma solo per cambiare casaaaaa! (Ma quanto sarò scema??)
Mi sposto più vicino al centro e al luogo di lavoro. Un po' mi dispiace di abbandonare il CIMO building. Ma dall'altra parte sono contenta. Mi sono un po' stancata di vedere gente che viene per 2 mesi, poi se ne va e arriva gente nuova e così via... E poi tutti che mi raccontano le loro storie e di cui, mi spiace dirlo ma è così, non me ne frega nulla, perchè è gente che molto probabilmente non sentirò/rivedrò MAI PIU'. Mi sono anche stancata dei trasporti! Voglio solo camminare e andare in bicicletta! Che bello che tra poco torna l'estate e potrò di nuovo pedalare.. mi manca!!!
Insomma andrò ad abitare con un mio compaesano!! Mi sentirò come a casa :)

Ultimo saluto al CIMO:


Prima di iniziare ad impacchettare:






Durante:





Dopooooo:








Ancora non ci credo che sia riuscita a svuotare la camera, mi sembrava di non finire mai!


Ora sono nella casa nuova, finalmente sono in una CASAAAA! Ci sto già benissimo, è molto carina e comoda. Ed è una pacchia avere il lavoro così vicino, mi sento molto più rilassata!
Traslocare non è stato molto facile. Eravamo in due ma abbiamo fatto tutto con autobus e tram. Non avevo mobili e roba tanto pesante da portare, ma se mai dovessi ricambiare casa (spero di nooo), non rifarò di certo un trasloco del genere!

Che altro dire.. sono sempre un po' malinconica quando cambio qualcosa. Ultimamente ho cambiato tante cose e forse sono cambiata molto anche io. In fondo non è male, è un po' come nascere tante volte e vivere diverse vite.

Saluti da Helsinki!

Simona